
di Luciano Di Gregorio da RITRATTO INUSUALE
Questa immagine, che richiama chiaramente lo stile pittorico fiammingo del XVII secolo per composizione, luce e resa materica, è un esempio di ritratto allegorico in cui il simbolismo occupa un ruolo centrale. L’elemento più potente dell’opera è senza dubbio il trittico di chiavi che incorniciano il volto della figura femminile: due ai lati, una al centro, poggiata come una corona o una reliquia sacra.
Analisi simbolica delle tre chiavi:
Le chiavi, per tradizione iconografica, sono simbolo di potere, conoscenza e accesso. Collocate in questo modo, suggeriscono una dimensione quasi sacrale: la chiave centrale, dalla forma a cuore, assume un valore spirituale o amoroso, come se aprisse non solo porte fisiche ma anche quelle dell’anima. È interessante notare come questa chiave formi una sorta di aureola stilizzata sopra la testa, suggerendo santità, saggezza o elezione. Le due chiavi laterali invece ricordano bilanciamento e dualità: potrebbero rappresentare il contrasto tra ciò che è nascosto e ciò che è rivelato, tra mente e corpo, o tra passato e futuro.
Aspetto compositivo:
Il modo in cui la donna è raffigurata — in posa frontale, con le mani congiunte e lo sguardo diretto — richiama i ritratti rinascimentali e barocchi di figure nobili o religiose. L’uso della luce caravaggesca, che illumina il volto e le mani mentre tutto il resto si perde in uno sfondo scuro, amplifica la sacralità della scena. I toni terrosi dei vestiti e del turbante, insieme alla sobrietà dell’espressione, evocano umiltà, ma anche forza e interiorità.
Lettura concettuale:
La donna può essere interpretata come una “custode dei segreti” o una figura iniziatica: una sacerdotessa, una vestale, o persino un archetipo della conoscenza femminile. Le chiavi non sono solo oggetti, ma segni di ciò che è necessario per accedere a un altro livello di realtà o comprensione.