Gaza: Il Genocidio del XXI Secolo e il Silenzio della Politica Occidentale
Di fronte a Gaza, il mondo ha fallito. E non per mancanza di prove, ma per mancanza di volontà.
Da ottobre 2023, l’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza ha causato una catastrofe umanitaria senza precedenti nella storia recente del Medio Oriente. Secondo i dati più aggiornati forniti da fonti autorevoli come l’ONU, l’UNICEF, Amnesty International e Save the Children, decine di migliaia di civili palestinesi — tra cui un numero sconvolgente di bambini — sono stati uccisi, mutilati, sepolti vivi sotto le macerie o lasciati morire per mancanza di cibo, acqua e cure mediche. La crisi a Gaza ha ormai assunto i contorni di un genocidio.
Genocidio: Non solo un’accusa politica, ma un termine giuridico
Il termine genocidio non è un’etichetta ideologica, ma una definizione giuridica codificata dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (1948). Quando un popolo viene sistematicamente sterminato, perseguitato e privato dei mezzi essenziali di sopravvivenza in modo deliberato, non si tratta solo di una guerra. È genocidio. E questo è ciò che numerosi osservatori internazionali, giuristi e difensori dei diritti umani stanno denunciando con forza, dalla Corte Internazionale di Giustizia all’organizzazione Human Rights Watch.
Il ruolo dell’Occidente: connivenza, silenzio, ipocrisia
In mezzo a questo massacro, la politica occidentale ha scelto il silenzio o, peggio, la complicità. L’Italia, guidata da Giorgia Meloni, ha continuato a sostenere politicamente e militarmente Israele, nonostante i crimini documentati. Il governo italiano ha mantenuto e rafforzato rapporti commerciali, compresi quelli militari, senza alcun tipo di condanna formale o richiesta di cessate il fuoco.
Lo stesso vale per gran parte dell’Unione Europea, che ha approvato 17 pacchetti di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina, ma non è riuscita ad approvarne nemmeno uno contro Israele, nonostante i crimini di guerra documentati e denunciati.
Le uniche “sanzioni” dell’UE finora hanno colpito alcuni coloni estremisti in Cisgiordania, mentre l’esercito israeliano — responsabile delle operazioni a Gaza — è rimasto intoccato. Un’azione largamente simbolica, che non incide in alcun modo sul corso degli eventi.
Bambini sotto le bombe
Secondo Save the Children, oltre il 40% delle vittime a Gaza sono minori. Molti sono morti in bombardamenti mentre aspettavano aiuti umanitari, come nel caso della cosiddetta “strage degli aiuti”, in cui soldati israeliani hanno aperto il fuoco su civili in coda per ricevere cibo, rievocando immagini terribili della storia europea che credevamo archiviate per sempre.
Due pesi, due misure
L’ipocrisia politica dell’Occidente è evidente: se quanto avvenuto a Gaza fosse stato perpetrato da un altro attore — ad esempio la Russia — le reazioni sarebbero state drastiche e immediate. Ma nel caso di Israele, gli interessi geopolitici, economici e militari sembrano prevalere su qualsiasi principio di diritto internazionale o umanità.
Conclusione: Il silenzio è complicità
Quello che accade a Gaza non è una “tragedia”, è un crimine. Un crimine compiuto con armi, silenzi e giustificazioni offerte dall’Occidente. L’Italia, come altri paesi europei, avrà il dovere storico e morale di rispondere alle generazioni future: perché non avete fatto nulla mentre i bambini morivano a migliaia sotto le bombe?
L’appello non è solo alla giustizia, ma alla coscienza. Il genocidio a Gaza non può essere ignorato, ridimensionato o derubricato a “effetto collaterale”. Ogni ora di silenzio è un’ora di complicità.