L’immagine come poesia visiva: la mostra su Giovanni Pintori al MAN di Nuoro
Il MAN di Nuoro celebra, con una mostra estesa su tre piani e articolata in oltre 300 opere, la figura di Giovanni Pintori (1912-1999), uno dei più grandi graphic designer del Novecento italiano e internazionale. L’esposizione — realizzata in collaborazione con il M.a.x. museo di Chiasso — è molto più di una retrospettiva: è una vera e propria immersione nel laboratorio creativo di un autore che ha saputo tradurre l’estetica della modernità in linguaggio visivo.
Pintori è noto soprattutto per la sua collaborazione con Olivetti, marchio che contribuì a trasformare in un’icona mondiale non solo dell’industria, ma anche del design e della cultura visiva. Ma questa mostra, curata con rigore filologico e intelligenza narrativa, va oltre l’etichetta di “grafico aziendale” per restituirci l’artista nella sua interezza: creativo poliedrico, sperimentatore instancabile, intellettuale silenzioso ma potentissimo nella sua capacità di comunicazione visiva.
Sin dal primo piano, l’allestimento mette in scena un dialogo serrato tra forma e funzione, arte e comunicazione. I manifesti e le pagine pubblicitarie — alcuni diventati veri e propri totem del modernismo italiano — non sono solo strumenti commerciali, ma frammenti di una visione del mondo in cui ogni segno grafico ha una funzione poetica. La macchina da scrivere, oggetto spesso presente nei lavori per Olivetti, non è mai ritratta in modo realistico, ma diventa archetipo, simbolo, metafora. Pintori non rappresenta, evoca.
Il suo tratto distintivo è la capacità di unire rigore geometrico e leggerezza immaginativa. Linee essenziali, colori netti, composizioni calibrate come spartiti musicali: ogni elemento ha il peso esatto, ogni spazio è pensato. L’influenza del Bauhaus e del razionalismo italiano è evidente, ma Pintori non è mai epigono. La sua grafica ha un respiro lirico tutto suo, che rende ogni opera riconoscibile anche a distanza di decenni.
Significativa è anche l’attenzione dedicata al contesto biografico: Pintori, nato a Tresnuraghes e cresciuto a Nuoro, non ha mai reciso il legame con le proprie radici. E questo legame, come sottolineano le direttrici Chiara Gatti e Nicoletta Cavadini, è un “genius loci” che informa la sua opera senza appesantirla, un’eco discreta ma persistente di una terra aspra e visionaria come la Sardegna.
Il percorso espositivo offre anche un’inedita sezione di bozzetti, schizzi e maquette, che consentono al visitatore di entrare nel cuore pulsante del processo creativo. Qui, più che altrove, emerge la grandezza silenziosa di Pintori: l’arte della sottrazione, del dettaglio che parla, del gesto minimale che si fa sintesi.
Questa mostra è, in definitiva, un atto di giustizia culturale. Giovanni Pintori, troppo spesso relegato a figura di nicchia, merita di essere riconosciuto come uno dei protagonisti della cultura visiva del XX secolo. La sua opera, al crocevia tra arte, comunicazione e design, è oggi più che mai attuale in un’epoca in cui l’immagine è tornata a essere linguaggio dominante.
E se la grafica è davvero “l’arte di comunicare con bellezza”, Pintori ne è stato il più grande poeta visivo.